Antiquarium di Torre Nao
L'Antiquarium, chiuso da tempo per lavori di restauro, è ospitato nella Torre Nao, edificata nel XVI secolo per l'avvistamento delle navi. La raccolta comprende ceramiche, oggetti in bronzo e altri materiali di vario genere che facevano parte del carico di una nave romana proveniente dall'Asia Minore nel III secolo d.C. , recuperato nei fondali di Punta Scifo.
Museo Archeologico Nazionale
Di recente realizzazione (1968), il museo ha raccolto il materiale della vecchia collezione civica, che raccoglieva pezzi pertinenti ai maggiori centri di tutta l’area magno-greca e provenienti non da scavi ufficiali, ma dal mercato antiquario. Si è in seguito arricchito con i reperti degli scavi operati in città e nelle necropoli negli ultimi anni.
Accanto a materiali del neolitico, come asce di pietra, raschiatoi di ossidiana provenienti da Policastro, e dell’Età del Ferro, come brocche con collo rigonfio, fibule di varia foggia, strumenti musicali a corda provenienti dalle tombe di Cirò, nel museo sono conservati pezzi di estrema rilevanza.
Tra essi, per l’età arcaica, vari unguentari corinzi, frammenti di un vaso attico a figure nere, di un vaso calcidese, ceramica da vari centri della Lucania, vasi apuli a figure rosse, un piattello etrusco.
Numeroso il materiale da Crotone: materiale d’età neolitica, un’antefissa arcaica a testa di Gorgone, una testa di giovinetto in terracotta, un’arula con Ercole in lotta con i Centauri, rilievi votivi, ceramica a figure rosse, oscilla e bronzetti di Ercole in assalto con leontè.
Paricolarmente interessanti un cippo confinario con la numerazione "29" in greco, ed un puntale in bronzo con l’iscrizione "Acanthropos figlio di Teognide".
Spicca per interesse la sezione dedicata alla documentazione del Santuario di Hera al Capo Colonna (il Lacinion): del santuario, che ebbe un’enorme importanza e fu addirittura la sede della lega italiota fino al trasferimento del centro federale a Taranto, è esposta la messe degli oggetti votivi ed alcuni frammenti di decorazioni architettoniche in marmo e terracotta e frammenti di sculture, tutto d’età arcaica.
Inoltre il cippo iscritto che dichiara l’appartenenza del santuario ad "Hera Eleytheria"; e il gruppo scultoreo d’età romana di Eros e Psyche rinvenuto in mare a Capo Colonna, e la dedica in latino ad Era Lacinia.
Molto interessanti pure le sezioni che presentano i materiali degli altri santuari della zona, come quello di Apollo Aleo di Cirò (Punta Alice, promontorio di Crimissa), e del tempio dorico di Caulonia e da un area di culto da Punta Stilo.
Museo Archeologico Statale Crotone
Fu aperto al pubblico nel 1968 a partire dal materiale della precedente collezione civica, esposta per alcuni decenni nel museo civico di Crotone, con pezzi significativi di tutta l'area della Magna Graecia. Il nucleo originario era stato composto da materiale proveniente da scavi non ufficiali e dal mercato antiquario; solo in seguito vi confluirono vari reperti provenienti da scavi realizzati in città, nelle necropoli e negli insediamenti del territorio. Attualmente è diretto dall'archeologo Domenico Marino.
Il museo espone materiali a partire dall'epoca neolitica, come le asce di pietra e raschiatoi di ossidiana da Petilia Policastro; rilevante il frammento di ceramica minoica-micenea (TE I-II / TM I A)da Capo Piccolo; sempre alla sezione preistorica, ma all'età del ferro, appartengono le brocche dal collo rigonfio, le fibule di varia foggia e i rari strumenti, trovati nelle tombe di Cirò. Di grande importanza le due asce a margini rialzati dell'antica età del bronzo provenienti da Roccabernarda/Petilia Policastro ed i ripostigli, databili all'età del bronzo finale e all'età del ferro, di asce e manufatti in bronzo da Cirò e dal territorio a sud di Crotone.
L'epoca greca è documentata con molti reperti. Dell'epoca arcaica sono i vasi unguentari corinzi e vari frammenti ceramici: di un vaso attico a figure nere, di un vaso calcidese, ecc. Altre ceramiche provengono da vari centri della Lucania, dall'Apulia e dall'Etruria (piattello).
Da Crotone provengono vari materiali preistorici e protostorici, un'antefissa arcaica con testa di Gorgone, una testa fittile di giovinetto, un piccolo altare con Ercole in lotta con i Centauri, vari rilievi votivi, della ceramica a figure rosse, un oscillum e dei bronzetti di Ercole in assalto con indosso la leontè.
Un cippo confinario con la numerazione "29" è scritto in greco, mentre due puntali in bronzo recano le iscrizioni "Acanthropos figlio di Teognide" e "Eschilo figlio di Echesteneto".
Dall'area urbana di Crotone proviene un rilievo a carattere votivo, scolpito su una lastra in marmo di Nasso, raffigurante, probabilmente, la dea Hera a colloquio con un'altra figura femminile, forse la personificazione della città stessa .
Un'intera sezione è dedicata ai reperti dal santuario di Hera al Capo Colonna: tra gli oggetti esposti numerosi oggetti votivi, frammenti di decorazioni architettoniche in marmo e terracotta e frammenti di sculture. Un cippo con iscrizione attribuisce il santuario a Hera Eleytheria.
Vi è esposto anche il "tesoro di Hera", rinvenuto nell'edificio B dell'Heraion e comprendente, tra l'altro, un diadema aureo, un pendaglio da cinturone di produzione indigena ed una navicella nuragica.
Tra i reperti di epoca romana sono il gruppo scultoreo di Eros e Psyche, dal carico di marmi naufragato a Punta Scifo, e la dedica latina del santuario a Era Lacinia. Altre sezioni documentano gli altri santuari della zona: quello di Apollo Aleo a Krimisa (Punta Alice a Cirò Marina), il tempio dorico di Caulonia e un'area di culto a Punta Stilo.
Reperti di età medioevale, provenienti dal territorio comunale, sono esposti nei locali della caserma Sottocampana (ex museo civico di Crotone), nel castello di Carlo V.
Museo Civico Crotone
Il museo, allestito presso il Castello Aragonese, comprende una sezione araldica, tra cui si segnala lo stemma e il frammento con le insegne della famiglia Ruffo, che con alterne vicende fu feudataria di Crotone fino al 1531.
Un'armeria che conserva cannoni, pezzi di artiglieria da naviglio in bronzo recuperati nelle acque crotonese e armi bianche del XVIII-XIX secolo; una sezione ceramica con reperti ritrovati durante i lavori di restauro nel complesso monastico di S. Chiara e nel Castello: si tratta soprattutto di frammenti ceramici pertinenti a stoviglie di uso comune di fattura meridionale.
Un'altra sezione conserva una raccolta di stampe e foto del periodo compreso tra la fine del secolo scorso e il 1950. Infine, la sezione del costume medievale che comprende 52 abiti di principi, dignitari, cortigiani, popolani, artigiani e religiosi.
Museo Provinciale d'Arte contemporanea
Il museo è ospitato nelle sale dell'ottocentesco palazzo Fonte-Calojro e si pone come obiettivo la costruzione di una collezione permanente con opere che documentano le tendenze dell'arte italiana dal dopoguerra ai nostri giorni e la presentazione di rassegne dedicate all'arte contemporanea.
Tra gli artisti presenti nella collezione permanente: Carla Accardi con Violablu n.2 del 1961, Nicola Carrino con Costruttivo Kroton 98 realizzato appositamente per Crotone, Mimmo Rotella con il decollage Pazzo per le donne che faceva parte del ciclo storico delle affiche del cinema, Giuseppe Uncini, Hidetoshi Nagasawa, Vettor Pisani, Bruno Ceccobelli, Nino Longobardi, Claudio Verna, Ferdinando Fedele, Serafino Maiorano, Alfredo Pirri, Giuseppe Pulvirenti e Ascanio Renda.
Recentemente acquisite quarantadue tele di Arnaldo Mori, artista crotonese di fama internazionale.Al momento è in corso di trasferimento della sede e le opere sono state spostate nel castello di Santa Severina.
Pinacoteca Civica Crotone
La Pinacoteca è una sezione distaccata del Museo Civico ospitato nel Castello Aragonese e riunisce una raccolta di dipinti di scuola napoletana della seconda metà del XIX secolo, opere del Futurismo e dell'Avanguardia (XX sec) e una selezione di opere di giovani artisti contemporanei.