Il Castello
...da un primitivo impianto di rocca bizantina in fortilizio a pianta quadrangolare, con magazzini e depositi per le scorte in caso di assedio durante la dominazione normanna, si differenziò in castello vero e proprio sotto gli Svevi. In posizione dominante perfezionò nel corso dei secoli successivi i suoi elementi stilistici integrandovi di volta in volta i segni delle murate strategie difensive, in armonia col desiderio dei vari feudatari di trasformarlo da fortezza in elegante dimora spesso preferita per la sicurezza. Saltuariamente fu abitato da tutti, dai Sanseverino agli Arenante, agli Spinelli, ai Mandatoriccio, ma solo i Sambiase, cosentini, nel 1700 lo elessero a loro stabile dimora, lasciandovi testimonianza della loro liberalità e della loro cultura con l’impronta del secolo. Bellissima la biblioteca di raffinata fattura tarda barocca quattocentesca. Lo posseggono oggi i Giannone di Acri, artefici alla fine degli anni ’30 di un colto restauro che lo ha sottratto al degrado, rendendolo uno dei castelli più suggestivi e ben conservati del Meridione.
Il Convento dei Riformati
...e' la seconda emergenza architettonica del paese. Fu costruito su progetto di tale Joannes Campitellus dal Principe Bartolomeo Sambiase che lo volle, nonostante l’avversa istruttoria apostolica, come espressione del suo prestigio, facendolo erigere di fronte al castello sulla collina dell’extra moenia dove già esisteva un antico romitorio francescano,e fu assegnato ai Frati Minori di San Francesco d’Assisi (Riformati) e consacrato a Santa Maria del Rimedio. Finito di costruire nel 1698, solo nel 1702 Clemente XI, personalmente sollecitato, superando l’esito negativo di una sofferta istruttoria apostolica, ne autorizzò l’apertura, soppresso dai Napoleonici nel 1809, passò alla proprietà privata nel 1866. Gli incendi e il terremoto lo resero rudere dopo che gli attacchi dell’artiglieria francese ne ebbero promosso il degrado, ma un accurato restauro commissionato da Gerardo Leonardis negli anni ’80 lo ha riportato alla primitiva bellezza. La sua architettura ispirata al tardo ‘600 meridionale è espressione negli elementi stilistici e decorativi di quell’arte povera che con rarissimi esempi compiuti, solo la Chiesa potè interpretare e produrre illuminando qua e là nel luogo periodo della feudalità i secoli più bui della storia civile ed artistica calabrese”.