Approdo marittimo e scalo situato lungo le principali rotte commerciali del Mediterraneo occidentale, realtà per oltre un millennio amministrativamente dipendente dal comune di Aieta, centro collinare di origine cristiano orientale situato a dodici chilometri di distanza dal litorale costiero, Praia a Mare si segnala fin dall'antichità per la sua importanza strategica ed economica.
Popoloso villaggio di contadini e di pescatori sorto sulle spiagge strette tra il corso del fiume Noce , che a nord segna il confine con la Basilicata, ed il contrafforte roccioso oltre la campagna e la pianura alluvionale del fiume Lao, per secoli Praia ha mantenuto integri e vivi usi, costumi e tradizioni della vicina rocca natia.
L'etimologia del nome è incerta, anche se ricorda i traffici di merci e di uomini che nell'antichità avvenivano sulla Costa Tirrenica: deriverebbe da "Plaga Sclavorum", spiaggia degli Sclavoni o degli Schiavoni, o da "Plaga Slavorum", spiaggia degli Slavoni.
L'economia è stata sostenuta per secoli dalla particolare vocazione agricola delle comunità locali. Risale alla metà degli anni '50. Artiginato, commercio, industria (la cittadina è stata il fulcro produttivo di un importante polo tessile che ha dato lavoro a tremila persone) e turismo hanno riconvertito in termini di modernità le aspettative e le propensione generazionali delle famiglie praiesi.
E' divenuta realtà amministrativa a se stante nel 1928 quando, a seguito della prima urbanizzazione dell'area costiera, fenomeno favorito dalla realizzazione delle prime strade rotabili e dall'intensificarsi del traffico ferroviario, da contrada marittima di Aieta divenne comune autonomo.