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Cosenza, informazioni turistiche, tutto quello che c’è da sapere
La città è costruita su un ripido pendio, sopra il punto dove due fiumi, provenienti dalle due opposte valli, confluiscono sotto un unico nome, quello del Crati.
Cosenza ha interessi e meraviglie che danno la tentazione di girarla tutto il giorno. È inadeguato chiamarla pittoresca; a ogni passo, dall’inizio della strada principale al piede della collina fino al severo castello medievale che ne corona la sommità, c’è da stupirsi e da ammirare. Cosenza, detta anche “città dei Bruzi” è una città calabrese di 69.625 abitanti.
La città, divisa in due dal corso del Busento, presenta anche un doppio assetto urbanistico: medievale sul colle di San Pancrazio (dove si trovano quasi tutti i monumenti storici), tardo-ottocentesco e moderno nella piana del Crati. Monumenti degni di nota sono il Castello di origine normanno-sveva, restaurato dopo vari terremoti; il Duomo del XII-XIII secolo (rimaneggiato e restaurato) e la chiesa di San Domenico, del XV e XVIII secolo.
Pregevole il Museo archeologico; un Museo interdiocesano esporrà la preziosa stauroteca donata da Federico II. A pochi chilometri dalla città sorge il moderno complesso dell’Università della Calabria.
Storia
Le origini storiche di Cosenza
Le origini della città risalgono al IV secolo a.C., momento in cui il luogo era divenuto di importanza strategica per i Bruzi. Questi ne fecero la propria capitale dandole, nel 356 a.C., il nome di “Consentia”, a cui aderirono tutti le altre città e villaggi bruzi, oltre ad essere riconosciuta anche dai Lucani, costretti a firmare un trattato di pace detto di “donna Brettia”, che in futuro divenne una vera alleanza fra i due popoli.
Consentia, dunque si presentava, durante la massima espansione dei Bretti, come una città fortificata e temuta, sviluppata e prospera al punto di essere definita “metropoli” e capitale di un vasto territorio che si espandeva a nord fino all’entroterra delle attuali Basilicata e Puglia ed a sud, fino all’aspromonte.
Controllando sia la costa ionica che tirrenica centro settentrionale dell’attuale Calabria e quasi tutte le città della Magna Grecia calabra, che una dopo l’altra caddero sotto i continui attacchi dei Bruzi. Infatti a nulla valsero gli aiuti di Dionisio prima e successivamente di Alessandro I d’Epiro detto il Molosso zio di Alessandro Magno, che morì in battaglia nel 331 a.C., nelle immediate vicinanze di Consentia, a Pandosia. Consentia cade per la prima volta nel 275 a.C., quando la confederazione Bruzia si alleò con Pirro re d’Epiro nella guerra contro Roma, Ma fu risparmiata e addirittura nominata città della Repubblica Romana lasciando intatto il suo ruolo di capitale bruzia.
La voglia di libertà, di autonomia, la fierezza e l’attitudine alla guerra dei bretti porto, però, a numerose rivolte contro Roma, tra cui sino di rilevante importanza quelle del 218 a.C., quando si allearono conAnnibale durante la seconda delle guerre Puniche, e quella dal 73 a.C. al 71 a.C., allorquando i bretti si unirono alla rivolta degli schiavi guidata daSpartaco, che nella zona di Cosenza, raccolse in breve tempo ingenti truppe.
A seguito di questi accadimenti Roma tolse a Consentia lo stato di città della repubblica romana, sciolse la lega dei Bruzi, levandole dunque lo stato di capitale, e ne espropriò le terre, facendola diventare semplicemente colonia romana. Della città di epoca ellenistica restano pochi resti a causa della continuità di vita del suo centro storico:blocchi parallelepipedi di arenaria locale pertinenti alla Rocca Brettia sono visibili in vari punti della città, resti di un vasto edificio monumentale con soglia d’ingresso a piazzetta A. Toscano, resti di case al di sotto dell’ex Seminario Arcivescovile e del Palazzo Sersale. Al di sopra della capitale dei Brettii fu edificata la colonia romana.
Epoca Romana Sotto la dominazione romana, Cosenza divenne una stazione della Via Capua-Rhegium, meglio nota come via Popilia (o via Annia). Durante la guerra civile tra Pompeo e Cesare, Cosenza si schierò con la fazione di Cesare, e quindi fu assediata per ordine di Pompeo dai soldati arrivati dalla Sicilia.Nel 29 a.C. Consentia diventa colonia sotto Augusto, il quale le concesse nuovamente la cittadinanza romana dopo essersi assicurato delle totale resa dei Bretti e ne delimitò i confini con l’assegnazione del suo agro in duecento iugeri. Da quel momento Consentia cambia connotazione, e da bellica e fortificata si trasforma in una fiorente città a connotazione commerciale e culturale.
Nel 304, Massimiano, imperatore romano, si stabilisce a Consentia per far fronte ad una rivolta di ordine religioso. Con l’eliminazione di Bulla, iniziò il martirio dei cristiani nel capoluogo bruzio, che vide numerosi suoi figli martiri tra cui san Dionigi e san Callisto. Nel 313 con l’editto di Milano il cristianesimo esce dalla clandestinità. Per un secolo Consentia vive nel benessere, nella pace e nello splendore, finché Alarico re dei Visigoti non la invade subito dopo aver perpetrato il Sacco di Roma del 24 agosto 410.
Durante l’invasione, nei pressi della città nel 410, Alarico muore di malaria e, secondo la leggenda, fu seppellito in armatura dal suo esercito, con una parte del bottino di Roma ed il suo cavallo nel letto del fiume Busento, il quale venne momentaneamente deviato per poi essere reindirizzato nel letto naturale facendo perdere per sempre il punto preciso della sepoltura. Sono visibili testimonianze della città romana nel centro storico: scavo di una domus in piazzetta A. Toscano, scavo di edifici termali in via S. Tommaso e Palazzo Sersale, resti delle mura di cinta in opus reticulatum.
Medioevo Dai Bizantini ai Longobardi
Nel 554 l’esercito di Giustiniano sconfisse gli Ostrogoti; Narsete entrò a Consentia e con l’era bizantina la città riacquistò nuovamente il titolo capitale delle terre meridionali liberate dai bizantini. Nell’anno 568, Giustino il Giovane, nipote di Giustiniano, divenne Imperatore e Consentia venne trasformata in ducato. In questo periodo il capoluogo bruzio divenne culla di letterati, si formarono le nuove classi dirigenti e vi nacque la prima scuola musicale.
Nei secoli VIII e IX fu dominio prima longobardo, durante il quale divenne sede di Gastaldato del Principato di Salerno, e poi bizantino, conosciuta col nome di Constantia. Violentemente contesa da saraceni e longobardi, la città fu quasi distrutta e riedificata nel 988.
Periodo Normanno Svevo
Nel 1057 Roberto il Guiscardo diede inizio all’occupazione normanna della Calabria. Constantia fu ostile a questa nuova dominazione, tanto che in città si scatenò una ribellione che però fu presto sedata. In questo periodo divenne capitale e sede del giustizierato Val di Crati e Terra Giordana e residenza di Ruggero II, Duca di Calabria che iniziò la costruzione del Castello sui ruderi di una fortezza saracena.
Con il matrimonio tra Costanza d’Altavilla, ultima erede tra i sovrani normanni ed Enrico IV di Hohenstaufen inizia la dominazione sveva. Sotto Federico II di Svevia, lo “stupor mundi” che considerava Cosenza la sua sede preferita dopo Palermo e Napoli, iniziò un periodo prosperoso sia culturalmente che economicamente grazie anche all’istituzione di un’importante fiera annuale: (La fiera della Maddalena), una fase che gratificò la città di numerosi privilegi.
Venne completato e consacrato il Duomo, nel quale fu fatto seppellire il figlio primogenito Enrico VII, nato dal matrimonio con Costanza d’Aragona, morto suicida e in contrasto con il padre che lo aveva condannato prima a morte, poi al carcere a vita, e inoltre venne ristrutturato il Castello con le due torri ottagonali. Periodo Angioino Dopo la morte di Federico II il passaggio dall’età Normanno – Sveva al periodo angioini non fu facile.
La città venne attanagliata dal brigantaggio e dalla miseria in virtù di un fiscalismo accentuato e da una serie di lotte intestine, pur non essendo mai stata infeudata e pur avendo conservato sempre un soddisfacente margine di autonomia grazie ai numerosi privilegi elargiti dai dominatori. Passò un secolo prima di ritrovare la tranquillità, quando, accolse Luigi III d’Angiò che, dal 1432 insieme alla moglie, Margherita di Savoia, risedette nel castello eleggendo la città a sede dell’ erede al trono di Napoli, dandole il titolo di centro del ducato di Calabria. Luigi III d’Angiò venne colpito dalla malaria, morì il 12 novembre 1434 e fu seppellito nel Duomo.
Dalla fine del medioevo al XIX secolo
In seguito a lunghe e cruente guerre di successione gli Angioini furono sostituiti dagli Aragonesi che decretarono Cosenza la capitale della Calabria citra Naethum, poi capoluogo della Calabria Citeriore che comprendeva grosso modo l’attuale provincia cosentina.
Il periodo aragonese consacrò Cosenza la più importante città del reame nel campo del diritto(1494-1557). Dopo Napoli diventa la seconda città ad avere una cartografia e nel 1511 nasce l’Accademia Cosentina fondata da Aulo Giano Parrasio e portata al suo massimo splendore da Bernardino Telesio, il più grande dei cosentini illustri, definito da Bacone il primo degli uomini nuovi.
In seguito viene conquistata dagli Spagnoli e nonostante le ribellioni e contrasti di vario genere diviene uno dei centri più vivi della cultura meridionale. In questo periodo fiorirono ingegni di alto livello come Antonio Serra, il primo che si occupò di economia politica, Tommaso Cornelio, medico e scienziato, Pirro Schettini, poeta, Gian Vincenzo Gravina, il teorico che fondò a Roma l’Accademia dell’Arcadia.
Il XVI secolo vide un impressionante fioritura umanistica e segnò per Cosenza una rinascita intellettuale, tanto che venne definita l’Atene della Calabria. Dopo duecento anni di dominio spagnolo seguì nel 1707 quello degli Austriaci e dopo la guerra di successione polacca (1738) il regno di Napoli venne assegnato a Carlo III di Borbone che governò fino all’unità d’Italia.
Questo periodo venne caratterizzato da contrasti e dalla formazione di sette massoniche e giacobine. Nel 1799 molti cosentini parteciparono agli eventi turbinosi della Repubblica Partenopea, dando il loro contributo di azione e di idee sia nelle file dei sanfedisti che in quelle dei patrioti giacobini e filo-francesi.
La città di Cosenza fu visitata anche da Giacomo Casanova che ne scrisse nel suo Histoire de ma vie (Storia della mia vita). Durante l’occupazione napoleonica la città fu contrassegnata dalla costruzione di opere pubbliche e da un orientamento anticlericale e libertario.
Si svilupparono tendenze filo-francesi da parte delle classi colte nelle quali iniziava a diffondersi la Carboneria, mentre i contadini si davano al brigantaggio e si nascondevano sulle montagne silane per sfuggire alla pressione fiscale. La famiglia Zupi si schierò dalla parte dell’imperatore tradendo i Borboni regnanti, seguì uno scontro di un anno nel quale il generale dell’esercito francese Daniele Zupi Marino si nascose nelle cantine della sua villa per non essere trovato.
Celebre fu il massacro dei Brazzalotto perpetrato dai francesi verso l’omonima famiglia accusata di tradimento essendo rimasti fedeli ai Borbone .Nel 1815, con il ritorno dei Borboni, Daniele Zupi Marino fu infine scovato e messo al rogo. In questo periodo anche a Cosenza si manifestarono movimenti liberali e patriottici, il più noto è quello del 15 marzo 1844 che si concluse con uno scontro a fuoco nel Largo dell’Intendenza tra i soldati borbonici e 21 patrioti poi condannati a morte, e dei quali ne furono giustiziati soltanto sei.
Da questa rivolta presero spunto i Fratelli Bandiera, veneziani che vennero in soccorso ai fratelli calabresi e vennero fucilati presso il Vallone di Rovito insieme ad altri 7 ufficiali il 25 luglio 1844. In seguito i cosentini parteciparono a molte vicende del Risorgimento, dalle guerre d’indipendenza fino all’ impresa dei Mille. Garibaldi fu a Cosenza il 31 agosto del 1860; due mesi dopo, un plebiscito sanzionò l’annessione al Regno d’Italia.
Periodo fascista e dopoguerra
Il propagandismo fascista a Cosenza si intensificò solo sul finire degli anni ’30, fino ad allora il capoluogo bruzio si era mostrato ad esso ostile. Essenzialmente i fascisti fecero si che i più giovani fossero educati alla cultura del regime e allontanati dalla Chiesa oppositrice. Tutto ciò portò ad una nuova mentalità cittadina che la vide appoggiare il Duce nella sua idea di partecipare alla seconda Guerra mondiale, lasciatisi abbagliare dalle mire del colonialismo fascista.
Mussolini arrivò in città nel 1939. La visita venne pubblicizzata e presentata in pompa magna, attirando migliaia di persone dalla provincia e dalla Calabria intera, ma che non lasciò nulla di concreto per Cosenza che non ne trasse alcun vantaggio. La visita in effetti fu, per certi versi, controproducente. Infatti nell’immediato allargò la popolarità degli oppositori che si fecero sentire su argomenti quali l’alleanza con la Germania o l’entrata in guerra dell’Italia al loro fianco.
Durante la guerra Cosenza fu bombardata massicciamente solo nel 1943 dagli anglo-americano. Quell’anno Cosenza subì nuove incursioni che causarono 136 vittime, mentre la situazione socio-economica portò la città verso una catastrofica paralisi. La fine della guera lasciò la città priva di un ordine amministrativo e politico che colmarono gli inglesi designando Prefetto Pietro Mancini, il quale diede la carica di Primo Cittadino al compagno di partito Francesco Vaccaro. Come per il resto della nazione, nelle elezioni del 1946, la città elesse a sindaco il democristiano Maurizio Quintieri.
La città, però, continuava a vivere una situazione economica disastrata, tanto che nel 1950 le famiglie senza tetto erano 1307 e 436 quelle che vivevano in baracche.
Lingua
Il dialetto cosentino (u dialettu cusintinu), come per tutta la Calabria del nord (corrisponde approssimativamente alla storica divisione amministrativa “Calabria Citeriore”), è di tipo napoletano. Il “cosentino” è fortemente influenzato sia dal greco che dal latino, ma grazie anche alle tante dominazioni storiche, dallo spagnolo e dal francese.
Si differenzia molto dal resto dei dialetti calabresi per sintassi, per forme verbali (non è infatti presente la forma verbale del passato remoto derivante dal perfetto latino) e per pronuncia. Il vero dialetto cosentino, ha ormai quasi completamente lasciato il posto ad una sua “italianizzazione” e viene parlato soprattutto nei quartieri storici e dalle persone più anziane e da qualche cultore del vernacolare.
Il dialetto cosentino consta di una dialettica con parole spesso mozzate ed in alcuni casi appena accennate. Fortemente caratterizzato dalla pronuncia lunga e dilatata delle vocali e dalle variazioni dell’intonazione (uniche nella regione), questo dialetto si differenzia moltissimo dal resto della sua provincia; è infatti noto che già il dialetto dei paesi limitrofi alla città, pur non avendo quasi differenze nei termini, cambia moltissimo proprio nella pronuncia.
Economia
Cosenza durante il boom economico italiano
Dal 1951 al 1961, grazie al boom economico che investì l’intera penisola, Cosenza iniziò una veloce risalita economico-finanziaria. Il decennio si caratterizzò per la notevole espansione edilizia benché la città fosse priva un piano regolatore funzionale. In questo clima la speculazione edilizia richiamò in città grossi e piccoli proprietari terrieri che, intuendo il grosso guadagno, utilizzarono i propri terreni per la costruzione della città nuova, facendo così quasi scomparire l’attività agricola cittadina.
Politicamente la città era governata, quasi senza una opposizione dalla Dc. l’opposizione, di sinistra, era guidata da Giacomo Mancini, figlio di Pietro, Prefetto designato nell’immediato dopo guerra dagli inglesi. Giacomo Mancini, sotto lo pseudonimo di Gino Verità iniziò a scrivere una serie di articoli contro l’allora attuale potere politico di palazzo dei Bruzi, suscitarono velenose polemiche nella Dc cosentina. Nel 1958 le elezioni politiche videro vincitore, Riccardo Misasi, forte anche dell’appoggio clericale cittadino.
Eventi e manifestazioni a Cosenza
SAGRA DEL MAIALE
Località: Bocchigliero (CS)
Periodo: Gennaio
SAGRA DELLA SALSICCIA e DELLE POLPETTE
Località: Acri (CS)
Periodo: Febbraio
SAGRA DEI PISELLI e DELLE FAVE
Località: Montegiordano (CS)
Periodo: Aprile
SAGRA DELLE ARANCE
Località: Trebisacce (CS)
Periodo: Maggio
SAGRA DEL FRITTO
Località: Villapiana Scalo (CS)
Periodo: Agosto
SAGRA e SFIDA DELLA ZUCCA
Località: Amantea (CS)
Periodo: Agosto
SAGRA DELLA STIGLIOLA
Località: Francavilla Marittima (CS)
Periodo: Agosto
SAGRA DEL FAGIOLO
Località: Mormanno (CS)
Periodo: Agosto
FESTA DEL PEPERONCINO
Località: Diamante (CS)
Periodo: Settembre