Parghelia era chiamata ab origine PARALIA, parola prettamente greca, sia nell'antico che nel moderno, che significa "Lido", "Costa". Il Barrio1 infatti scriveva: "Iuxta urbem parte lesa est Paralia, quasi maritima, quod secus litus sit". Andrea Mazzitelli, nella prefazione del suo "Corso teorico pratico di Nautica" del 1795 scriveva: "Paralìa è la mia Patria".
Circa il significato di Paralìa non possono essere dubbi; infatti anche Atene aveva un rione chiamato Paralìa, perchè era vicino al mare o perchè era il quartiere dei pescatori, o ancora perchè era posto vicino ad uno dei porti di Atene. E lo stesso significato lo troviamo nel dizionario etimologico di G. B. Marzano. Erra quindi il Bragò quando afferma che l'etimologia di Paralìa debba ricondursi al significato di "con pianura", in quanto "para" significa "con" e "lìa" significa "piano". Il Sanesi inoltre più giustamente dice nel suo dizionario greco antico-italiano: paralìa (sottinteso chòra)=il paese lungo il mare, tàparalìa=la spiaggia del mare. L'Abate Antonio Jerocades affermava che il popolo di Parghelia era di "antica origine jonica-focese".
L. Pagano scrive: "E' indubbio che Parghelia sia colonia jonica della Focea nell'Asia Minore, piantata nel 536 a. C. dai Focesi fuggiaschi, e perciò è omonima di un'altra Paralìa, la quale allora si trovava nell'Ellade asiatica". La certezza del Pagano è basata soltanto sull'esistenza di un'altra Paralìa in Asia Minore. Nessuna testimonianza archeologica sussiste sul territorio di Parghelia. La leggenda canta che Parghelia era circondata da 24 torri a sua difesa: Nessuno ha mai visto queste torri nè mai si sono trovati i loro resti. Domenico Bragò scrive: Rispetto alla parte archeologica di Parghelia possiamo dire che nessuno avanzo di antichità si sia finora trovato, a meno che non voglia tenersi per tale un grosso elmo di acciaio, che vedesi appeso, come trofeo, ad uno dei pilastri che sostengono l'orchestra di S. M. di Portosalvo.
La tradizione lo attribuisce ad un Saraceno, che con molta mano de' suoi, avendo fatta irruzione nel paese, fu respinto dai naturali assistiti da visibile e miracoloso aiuto della S. Vergine. Alla distanza di circa un miglio da Parghelia verso oriente, in una proprietà privata, giaceva distesa nel suolo una magnifica colonna di granito lunga palmi 42 e della circonferenza di palmi. Ed altre pure se ne veggono (quattro), ma di molto minor dimensione dalla parte di tramontana, e propriamente in direzione della chiesa di Portosalvo, giù presso il lido del mare.
In questo luogo medesimo si vedono in vari punti massi della stessa specie di pietra e fra tutti primeggia quello che trovasi nella proprietà della Mensa vescovile di Tropea detto S. Barbara. Delle cennate colonne ignorasi l'epoca in cui furono lavorate e lo scopo di tal lavoro. Si vuole per comune tradizione che furono tagliate in tempi remotissimi per essere di là trasportate in Sicilia. Un'altra colonna greggia di durissimo e bellissimo granito della circonferenza di palmi 15 e della lunghezza di palmi 36 giaceva in Parghelia presso la cava granitica del Granicello; e si credette che ella fosse de' Focesi di Parghelia, di Alalia e di Massalia.